Venerdì 3 febbraio 2023,  alle ore 20.30, a Schio – Lanificio Conte, spazio Espositivo Largo Fusinelle, è previsto l’incontro “Il Pasubio, gli anni Trenta e Francesco Zambon: la scoperta di un fotografo” con Claudio Rigon, curatore della mostra. L’evento fa parte del ciclo di otto dibattiti realizzati con l’obiettivo di entrare nel vivo dei temi trattati dalla mostra “Porte del Pasubio 1916-2022. Dalla città della guerra al Rifugio Papa”, visitabile fino al 26 marzo 2023. A questo link trovate tutti gli altri appuntamenti.

La seconda metà degli anni Trenta è, per il Pasubio, un periodo particolare – scrive Claudio Rigon.  È entrato in campo, e con grande forza, un nuovo protagonista, l’Ente Provinciale del Turismo, nella veste soprattutto del suo attivissimo e intraprendente e inarrestabile segretario, Francesco Zambon. L’Ente ha messo a punto un progetto di larghissimo respiro, anche su indicazioni delle sezioni CAI di Vicenza e di Schio, teso a dare un’impronta moderna, anche in Pasubio, al turismo di montagna.Verranno costruite nuove strade (la Strada degli Eroi, sul tracciato di un sentiero della guerra), ripristinate e ristrutturate quelle esistenti (a partire da quella delle Gallerie), restaurati molti manufatti della guerra. Verrà anche ampliato il Rifugio che cambierà nome: è allora che diventa Rifugio Papa.

Tutte le fotografie che documentano questo periodo sono dello stesso Francesco Zambon, il segretario dell’Ente. Era anche un appassionato fotografo (oltre che un appassionato escursionista e sciatore), e quando si muoveva nel suo lavoro – per visite, o sopralluoghi – o nelle sue escursioni, aveva sempre con sé la macchina fotografica. Quando era sul posto si prendeva un tempo suo di documentazione, muovendosi con curiosità e attenzione e in modo spesso avvolgente attorno alla situazione, o all’evento, o al luogo.

Un po’ come un vero e proprio reporter: con una certa sistematicità e completezza, e un occhio sicuro. Le sue fotografie in mostra, ben cento, coprono l’intera terza sezione della mostra, tre sale. Sono di una bellezza e modernità che sorprende. Segnano rispetto alle fotografie esposte nelle sale precedenti, il passaggio di un’epoca.

Da dove è venuto, a Zambon, questo suo sguardo diretto, questo suo occhio? Da dove gli è venuta questa sua modernità?